BAMBINI

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I bambini, così come gli adulti, possono trovarsi a vivere delle situazioni di disagio, anche fisiologiche e transitorie, dovute proprio al passaggio tra le diverse fasi di sviluppo. A differenza degli adulti, i bambini non sono in grado di esprimere queste loro difficoltà attraverso il linguaggio, i primi segnali sono generalmente rappresentati da un cambiamento nel comportamento (aggressività, ritiro in se stessi, ansia), nell'umore, nel sonno, nell'alimentazione, da sintomi fisici (mal di pancia, mal di testa). Questi segnali possono disorientare o spaventare i genitori, ma è importante non sottovalutarli, un’osservazione mirata permette di distinguere tra una difficoltà fisiologica transitoria ed una problematica che richiede un intervento. Notare un sintomo di disagio non significa essere un “cattivo genitore”, tutt'altro, riconoscere e portare all'attenzione di un professionista quanto osservato, implica amore e responsabilità. Lo psicologo può essere d’aiuto nel rendere intellegibile questo malessere, perché il bambino possa riconoscerlo, definirlo in un modo a lui comprensibile e intervenire, sostenuto dal contesto di appartenenza.

Quando al centro del percorso vi è il bambino ritengo fondamentale coinvolgere chi si occupa di lui: i genitori sono preziosi alleati e collaboratori nell'intervento, svolgono un ruolo attivo e fondamentale nel supporto al figlio. In alcuni casi può essere proposto un percorso di supporto o di mediazione anche alla coppia genitoriale.

Oltre ai genitori può essere utile rivolgersi anche agli insegnanti, oppure collaborare con altri professionisti quali: pediatra curante, neuropsichiatra infantile, logopedista… A seconda delle manifestazioni riportate dal bambino.

È importante sottolineare che nell'infanzia un intervento tempestivo si rivela altamente efficace, proprio per la plasticità intrinseca a questa fase della crescita.

 

QUALI SEGNALI?

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I motivi per cui i genitori sono spinti a rivolgersi ad uno psicologo possono essere diversi, connessi sia al normale percorso evolutivo, sia ad altri eventi che si ripercuotono sulla vita dei bambini. In generale i segnali osservati possono riguardare:

  • Paure: di andare a scuola, di separarsi da un genitore, di perdere una persona vicina. Queste emozioni sono fisiologiche nei bambini, quando però limitano l’autonomia, la socializzazione o altri aspetti di vita, costituiscono un segnale;
  • Ansia: timori eccessivi che possono comparire all'improvviso o dopo un evento inatteso;
  • Difficoltà ad esprimere le proprie emozioni: ritiro, inibizione, scoppi di rabbia;
  • Rifiuto del cibo, desiderio irrefrenabile di mangiare, obesità;
  • Incubi notturni frequenti e ricorrenti, difficoltà ad addormentarsi, difficoltà a dormire da solo nel proprio letto;
  • Gelosie per la nascita di fratelli o sorelle;
  • Cambiamenti nel comportamento in seguito a separazione dei genitori

 

METODI

Prima di conoscere il bambino sono necessari alcuni colloqui con i genitori, i principali collaboratori nel lavoro che si potrà intraprendere, in quanto esperti del figlio.

Con i bambini l’intervento passa attraverso mezzi da loro conosciuti ed utilizzati abitualmente quali il gioco e il disegno.

Gioco

Il GIOCO permette di esprimere emozioni e pensieri in modi che altrimenti le competenze linguistiche del bambino, non ancora mature, non permetterebbero. L’utilizzo del gioco segue diverse finalità a seconda della fase del percorso, che si tratti di una iniziale valutazione o della parte attiva di intervento. Attraverso il gioco il bambino può esprimere quanto non riesce a trasmettere con le parole, è uno strumento utile a rappresentare il suo mondo interno e ciò che prova in modo simbolico e protetto, in un certo senso, “mantenendo la distanza di sicurezza”.  

Il gioco con lo psicologo assume delle connotazioni diverse rispetto a quelle che compaiono spontaneamente nel gioco con altri adulti. Il bambino attraverso il gioco con lo psicologo delinea un racconto di ciò che vive, dove lo psicologo lo sostiene, interviene quando necessario e gli fornisce uno spazio in cui sentirsi protetto e accolto.

Gioco

Il DISEGNO è un altro strumento tipicamente usato dai bambini nella vita di tutti i giorni, anche in maniera spontanea. Come con il gioco, attraverso il disegno il bambino può rappresentare le proprie emozioni, fantasie, paure, desideri; costituisce un mezzo di comunicazione neutro e familiare.

Tanto con i bambini, quanto con gli adulti, applico i principi e le tecniche della psicologia cognitivo-comportamentale. Con i bambini questo intervento viene adattato in base alla fascia d’età ed alla fase dello sviluppo, con uno stampo ludico, creativo ed interattivo. A tal proposito, oltre agli strumenti prima descritti, possono essere utilizzati:

  • Programmi di rinforzo individualizzati;
  • Schede e questionari;
  • Carte per l’espressione e la descrizione di sé;
  • Fiabe.